Per tutta la sua vita, ogni collezionista
di dischi d'opera cerca di conoscere le voci
di alcuni cantanti che non incisero mai dischi
ufficiali all'epoca del 78 giri. Quelli che
avrebbero potuto farlo, ma non lo fecero,
costituiscono perciò da sempre per noi un
vero e proprio mistero: anche se presente
in un orribile duetto con il tenore romano
Francesco Marconi la voce di Antonio Cotogni ne è l'esempio più evidente.
Ma la caccia è sempre aperta, la voglia
della
novità e tanta, e perciò anche i dischi
di
cantanti di secondo piano, oppure non
proprio
di primissimo rango, diventano desideratissimi.
Ogni tanto sbuca da qualche angolo
nascosto
un misterioso provino che riporta la
voce
di questo o quel cantante, e ancora
una volta
l'esempio di Cotogni e dell'aria a
lui attribuita
da me e da Eddie Smith è lampante, come quello della melodia popolare
cantata da Hariclea Darclée.
Dopo gli anni '35-'36 alcune voci non registrate
prima (né dopo) incapparono talvolta nei
microfoni della radio, e qualche raro privato
provvide alla registrazione dal vivo, tra
grossi problemi tecnici e artistici: tra
questi proprio Renato Gigli, che dotato di cospicue doti vocali e di
un cognome forse ingombrante aveva
debuttato
nel 1933 e fino al 1952-53 (ma anche
oltre)
svolse un'intensa carriera che oltre
che
nei principali teatri italiani lo portò
a
cantare anche all'estero (ricordiamo
le stagioni
d'Opera Italiana olandesi, Malta, Spagna,
il Sud America nel 1946-47, Londra…),
sempre
con ottimo successo e critica positiva.
Lo scoppio della guerra gli impedì
di fissare
la sua voce su disco malgrado le trattative
già avviate: e solo nel 1947 una testimonianza
di una certa consistenza "fermò"
la sua arte vocale in una registrazione
quasi
completa di uno dei suoi personaggi
più amati:
a questa edizione di Otello purtroppo manca infatti l'intera prima parte
del secondo atto fino a tutto il "Credo in un dio crudel" di Jago.
Tra l'altro non conservata molto bene (l'ascolto
del primo quadro è molto disturbato), questa
registrazione ci propone però anche la vocalità
del baritono Piero Biasini, praticamente sconosciuto malgrado una lunghissima
e bella carriera e altro grande assente dalla
discografia ufficiale; e quella della grande
e da me amatissima cantante romana Gabriella Gatti qui nel suo personaggio più famoso e più
desiderato, completato da quattro tra
le
sue più belle e rare registrazioni
realizzate
al culmine della carriera per la Cetra,
testimonianza
di una vocalità pura e cristallina
di una
cantante dotata di grande serietà umana
e
artistica oltre che di sensibilità
e musicalità
senza pari.
Il set è completato da un libro di circa
100 pagine contenente le uniche biografia
e cronologia teatrale disponibili su Renato Gigli e la discografia perfetta e dettagliata
di Gabriella Gatti, il tutto illustrato da molte fotografie
dei due artisti in costume e private di grande
interesse. |